Bilotta: «Morrone società unica in Calabria. I tanti giovani un valore aggiunto»
Giovanissimo ma con una leadership ben definita fin da quando giocava con i ragazzini. Andrea Bilotta, difensore classe 1999, sta vivendo forse una delle sue miglior stagioni in carriera. Una carriera partita con tante aspettative ed obiettivi che, visti i soli 22 anni, non è escluso che possa raggiungere tra qualche tempo.
Ma iniziamo dal suo approdo alla Morrone. Dopo gli anni con il Cosenza e le esperienze con Taranto, Fidelis Andria, Corigliano, Paolana, Belvedere e Castelfilardo tra D ed Eccellenza, quest’estate il suo ritorno a “casa”, visto che è partito proprio dalla Popilbianco, quella che oggi è diventata Morrone. Un matrimonio concretizzato dopo tanto rincorrersi negli anni passati: «Si è vero. Già l’anno scorso c’era stato un contatto, senza che poi la trattativa andasse a buon fine. Quest’anno, quando ho avuto la possibilità nuovamente, non c’ho pensato due volte a dire di sì. Nelle categorie dilettantistiche in Calabria la Morrone è l’unica società che ha una visione di calcio a lunga gittata e punta sui giovani».
Lo dicevamo prima. Nonostante la giovane età, Bilotta è diventato anch’egli uno degli uomini chiave di questa squadra. Che sensazioni si provano a giocare in una squadra così giovane? «Se sono uno dei leader per così dire, deve dirlo la società. Ma ringrazio chi mi permette di provare ad esserlo. In primis lo spogliatoio. Siamo una squadra di valore, con ragazzi che hanno qualità e che hanno sposato la linea del club. La carta di identità non ci spaventa, anzi siamo stimolati all’idea di scoprire fin dove possiamo arrivare. Allenandoci sempre al massimo alzeremo ancora il nostro livello».
Una squadra che in campionato sta volando. Secondo posto dietro al Locri, staccati di 5 punti. Nessuno si aspettava una Morrone così in alto. E domenica arriva l’Isola Capo Rizzuto: «In pochi avrebbero pensato che potessimo essere così in alto. Non dobbiamo però farci prendere dall’entusiasmo. Ribadisco che - spiega Bilotta - dobbiamo lavorare per crescere e migliorare, senza pensare né al Locri né a chi ci sta dietro. Dobbiamo concentrarci su di noi, perché i discorsi vanno fatti in prospettiva. Anche domenica prossima, guai ad abbassare la guardia. L’Isola Capo Rizzuto è un avversario da prendere con le molle».
In che modo mister Infusino lavora sulla difesa? «il mister è un perfezionista. Cura ogni dettaglio e ogni movimento, sia collettivo che di singoli. Ci ripete che un errore in tutto il match può compromettere la partita. Pertanto vuole che chi manda in campo sia preparato e sappia cosa deve fare. Questo atteggiamento, devo dire, mi piace molto».
Invece nello spogliatoio come si pongono con lei i tanti ragazzi più piccoli? «Cerco di mettermi a disposizione. La mia poca esperienza è al loro completo servizio, sanno che possono parlare di tutto con me e che io sono pronto ad ascoltare i miei compagni più giovani. Sono loro il nostro valore aggiunto»..
Chiudiamo con quella che è stata finora la sua carriera. Ha rimpianti visto che negli anni del Cosenza era considerato uno dei prospetti più interessanti? Come mai non hai avuto altre occasioni nel calcio professionistico? «Rimpianti non bisogna averne, anche se - dice Bilotta - mi dispiace come è finito il mio rapporto con il Cosenza. Ho fatto bene al Taranto, poi qualche scelta personale sbagliata mi ha impedito di continuare un percorso già avviato. Ora sono contento di difendere i colori della Morrone, una società che sa far calcio e che sa metterti davvero nelle condizioni di pensare soltanto al campo. Spero di rimanere qui a lungo e chissà, magari arrivare a togliermi con questa maglia quelle soddisfazioni che forse mi sono mancate in passato».