Ruffolo: «Io, immobile in tribuna con la sciarpetta della Morrone»

ruffolo-orlando-festa.jpg

Un trionfo scritto dalla penna dei quattro soci del club e dalla loro voglia di eccellere dentro e fuori dal campo. La promozione della Morrone, la quarta consecutiva, ha il comun denominatore di poche persone. Una di queste è il vice-presidente Orlando Ruffolo che, fieramente, al 90’ della gara contro la Vigor Lamezia ha esibito la sciarpa granata sugli spalti. «Non è semplice raccontare cosa abbia significato per me quel momento - dice - Si sono concentrate così tante emozioni in un unico istante che non so davvero per quanto tempo sia rimasto lì immobile in tribuna. Quella è la sciarpa della Terza categoria e la porto sempre con me in macchina. La tiro fuori, però, solo in determinate occasioni e ieri non l’ho toccata fino al terzo dei quattro minuti di recupero….».Di acqua sotto i ponti, dal 2015 quando venne rifondato il club, ne è passata. Intanto lo spirito dei compagni di viaggio è rimasto immutato. «Abbiamo mantenuto la stessa umiltà e le identiche linee guida di quando ci siamo seduti intorno ad un tavolo per la prima volta. Permettetemi di rivolgere i più sinceri complimenti a chi è operativo più di me. Uno su tutti è Marco Chiappetta che dell’educazione, della correttezza e del rispetto per l’avversario ne ha fatto un marchio di fabbrica. Il nostro per l’esattezza».La Morrone ha affrontato una stagione ricca di pathos, partendo da outsider e confermandosi come una squadra più forte di vicende extra-sportive e di avversarie degne ugualmente di applausi. «E’ stata la gara di Amantea a darci la consapevolezza di poter vincere il campionato - ammette Ruffolo - ma me lo sono tenuto per me, non ne ho parlato con nessuno. Inutile evidenziare di essere stati segnati dal ko a tavolino con la Brutium, ma lo spogliatoio si è ripreso alla grande grazie al tecnico e alla presenza della società. Non siamo andati avanti nella battaglia legale per restituire tranquillità alla squadra e per evitare che potesse essere condizionata nella mente e nel fisico. Definisco terribile quella querelle, noi non siamo abituati ai colpi bassi».Tra i progetti della società c’è di imporsi anche a livello di settore giovanile. Domani la Juniores affronterà in semifinale playoff il Sambiase, mentre mercoledì i Giovanissimi inizieranno il loro cammino nella post-season con il Real Vibo. «Tutto il nostro progetto si basa sul vivaio - taglia corto - Quando siamo partiti pensavamo di conquistare in tempi rapidi in una categoria consona, che per noi era anche la Promozione, ma la prerogativa è sempre stata il settore giovanile. Vogliamo attirare i giovani verso di noi e siamo convinti di poterlo fare con determinazione solo con la prospettiva della prima squadra quale punto di riferimento. Ci siamo prefissati di inculcare i principi veri del calcio: parlo della sincerità tra compagni, della correttezza e dell’educazione alla sconfitta oltre che alla vittoria».Adesso arriva l’Eccellenza, un campionato ancora più difficile ma che Ruffolo, insieme a Quintieri, Chiappetta e Caputo, ha iniziato a programmare da un mese. Vale a dire da quando è arrivata la conferma del ds Principe e di Stranges. «E’ stato un messaggio forte e chiaro innanzitutto da recapitare allo spogliatoio per spingere i ragazzi a concentrarsi ancora di più sul rush finale - chiude il vicepresidente - In generale, invece, se all’interno della nostra organizzazione troviamo chi ci convince dal punto di vista umano e lavorativo, ce lo teniamo stretto a prescindere dai risultati del campo. Loro, promozione a parte, ci avevano già dato quello che cercavamo e il nostro è stato un riconoscimento sentito».