Stranges: «Morrone, voglio che tutti si sacrifichino per i compagni. Col Sambiase pari ok, ma...»
Lorenzo Stranges, al pari della Morrone post-rifondazione del 2015, ha vissuto il suo esordio in Eccellenza proprio sul campo della formazione con cui ha battagliato a lungo in Promozione. I suoi uomini, passati in vantaggio e rimontati su calcio di rigore, hanno creato più dei padroni di casa e sfiorato ripetutamente il vantaggio. Il pareggio, considerate le pesanti defezioni di formazione, è stato accettato positivamente anche dal tecnico. «L’1-1 è un buon risultato - conferma - anche se l’andamento del match ci lascia un po’ di rammarico. Se avessimo vinto non si sarebbe scandalizzato nessuno. Quello che a me premeva capire era se la squadra avesse assimilato il mio modo di intendere il calcio e interpretare la partita, vale a dire la voglia di giocarsela a viso aperto e provare ad ottenere sempre il massimo risultato attraverso il gioco. Chi ha assistito ai 90’, credo abbia avuto una buona risposta in tal senso: la Morrone rispetta al massimo gli avversari ma proverà a vincere sempre».
Una delle note positive, se non la migliore, è l’esordio dal 1’ di Piero De Rose. Classe 2003, il trainer granata non ha esitato a buttarlo in campo al cospetto di un cliente ostico come Umbaca. Prestazione a parte, è la realizzazione tangibile di quello che è il progetto societario. «Note positive ce ne sono tante, ad iniziare proprio da De Rose: 16 anni passati quasi esclusivamente sui campi della Morrone - evidenzia - Attenzione, però, a non dimenticare Bance e Pansera, anche loro under, o il temutissimo ex della partita Leta. Aggiungo i vari Nagore, il nostro argentino che è pur sempre un ‘98, Azzinnaro, Gueye e Nicoletti».
L’approccio di Ferraro e compagni è stato dei migliori, con un’occasione pericolosa creata dopo pochi minuti e il vantaggio firmato da Leta che ha sfruttato una punizione sporcata dalla barriera. «Motivi per temere il Sambiase su un campo difficile ce n’erano tanti, così come ora sono tanti i nostri motivi di soddisfazione Non abbiamo fatto ancora niente, il cammino da fare è lungo e di cose da migliorare ce ne sono a bizzeffe. Pretendo una squadra ancora più umile e con tutti i componenti votati al sacrificio: questo forse a qualcuno non è ancora molto chiaro e mi riferisco in modo principale agli attaccanti che dovranno adeguarsi presto. L’interpretazione della partita voglio sia univoca, tutti devono lavorare per tutti, senza egoismi e con predisposizione al lavoro sporco nella fase di non possesso. Se riusciremo a ragionare in questo modo, ad essere consapevoli che il lavoro da svolgere è molto e che va fatto dal collettivo e non dai singoli, allora ritengo che ci siano i presupposti per levarci delle soddisfazioni…».