Infusino: «Morrone, la medicina è il lavoro. Ci sta girando tutto storto»
Dopo l’inatteso ko in casa del Roccella, ultimo in classifica, tocca a mister Paolo Infusino fare il punto della situazione in casa Morrone. I granata, nell’ultimo periodo, stanno attraversando un momento no soprattutto a livello di risultati, visti i 4 ko nelle ultime 7 giornate.
Mister, come si spiega un ko come quello di Roccella?
«Da due settimane a questa parte stiamo avendo dei problemi a causa di influenza e di Covid e di conseguenza ne risente la prestazione della domenica. Ma non è un alibi, perché è stato affrontato il match con una concentrazione sbagliato. Abbiamo pagato dazio, dovevamo e potevamo far meglio».
Cos'è mancato nell'ultimo periodo alla Morrone? E' preoccupato dal calo nel girone di ritorno?
«Consapevolezza e manca anche qualche certezza. Gli avversari inoltre iniziano ad affrontarci in maniera differente, sebbene, tranne domenica, la prestazione c’è sempre stata. In questo periodo l’episodio non sta girando a nostro favore ed in partite equilibrate questo fa la differenza».
C'è da chiudere al meglio una stagione praticamente quasi perfetta fino a gennaio. Qual è la medicina giusta per farlo?
«La medicina è il lavoro ed il compattarsi tutti insieme. Lo spogliatoio è unito e vuole stare insieme per raggiungere un obiettivo non sperato ad inizio stagione, ma oggi assolutamente alla nostra portata».
Detto che, al di là della posizione finale, la Morrone dovrebbe essere ormai certa del raggiungimento dei play-off. Con quale spirito si affronteranno gli spareggi della post-season?
«Dobbiamo prima raggiungere l’accesso alla post-season, poi penseremo ad altro. Tutti hanno obiettivi da perseguire, a partire da domenica che sarà una vera e propria battaglia sportiva sul campo del CotroneiCaccuri. Ai playoff ci penseremo una volta staccato il biglietto per gli spareggi».
Lei e la società state già pensando al futuro? Avete già parlato dell'anno prossimo?
«Si sta pensando al futuro da inizio campionato. Aver allestito una rosa molto giovane così da essere già pronti. Stiamo valutando quanti possono continuare il percorso e quanti no. Io sono concentrato sul mio lavoro che non è solo centrare risultati, ma anche far crescere quanti più giovani possibile».