Barbieri, "giovane terribile" della Morrone: «Non mi aspettavo di giocare così tanto»
E’ uno dei “giovani terribili” della Morrone. Un ragazzo volenteroso che con tanto impegno e tanta caparbietà è diventato quest’anno anche uno dei titolari della squadra. Nicolò Barbieri, difensore centrale di nascita, che è stato bravissimo ad adattarsi anche al ruolo di terzino destro. Il classe 2002, o nel suo ruolo originario o in quello nel quale si è disimpegnato da quest’anno, sta trovando sempre una maglia da titolare nell’undici di mister Infusino. Ed il suo modo di ripagare la fiducia del mister sono prestazione sempre più di alto livello.
«Non mi aspettavo di fare così tante presenze. Nasco difensore centrale, adattarmi terzino era impensabile. Ritenevo di avere una struttura da stopper e non da laterale, da qui la mia sorpresa circa il numero di gettoni di presenza che però mi sono conquistato grazie al lavoro e all’impegno. Ringrazio mister Infusino che mi ha dato fiducia a differenza di altri che non mi facevano quasi mai giocare»
Lui è quasi sempre uno dei più piccoli in campo. Con quali tra i compagni di squadra più esperti si relazione di più in campo? «Direi Bilotta, che comunque è molto giovane anche lui. E’ un ’99, ma vanta già grande esperienza e proprio per questo mi rivolgo a lui in caso di dubbi o incertezze»
Punti di forza e caratteristiche invece che dovranno necessariamente migliorare con il tempo: « Iniziamo, ahimè, dalle cose negative. Devo lavorare sul carattere e la presunzione, di questo ne sono consapevole. Devo semplicemente essere consapevole delle mia forza, senza eccedere come a volte mi capita. Il mio punto di forza invece, credo che sia lo stacco di testa e dire anche l’essere sempre concentrato in campo. Sul rettangolo verde mi isolo».
Che rapporto ha con mister Infusino e quali sono le raccomandazioni che le fa? «E’ un legame che va avanti da anni, considerato che mi allenava già con la juniores della Morrone, prima della mia esperienza con il Cosenza. E’ sempre stato un mio punto di riferimento, pertanto il rapporto è stupendo nonostante alcune divergenze in passato dovute al mio carattere. Proprio su quello mi incita sempre a migliorare». Con i compagni di squadra invece come va? «Il nostro punto di forza è il gruppo. Un gruppo che si conosce da anni avendo fatto percorsi giovanili comune. Anche da under, mi trovo a mio agio con chiunque».
Il futuro lo vede di più in un campo da calcio o ha altri sogni nel cassetto? Cosa farebbe se le arrivasse una chiamata importante? «Sinceramente sono più proiettato verso lo studio, considerato che il calcio non è sempre una certezza. Vorrei provare all’università a Roma. Mi piacerebbe diventare fisioterapista. Se dovesse arrivarmi una chiamata importante non so come mi comporterei. La prenderei di petto, senza fare previsioni».